L'ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (BPH o IPB) rappresentano la prima patologia urologica nell’uomo al di sopra dei 50 anni e la quarta patologia in ordine di importanza tra le malattie croniche.
Gli interventi per l’IPB sono i più frequenti in ambito urologico ed i secondi per valore assoluto dopo quelli per la correzione della cataratta.
L’introduzione di nuovi strumenti e l’affermarsi a livello generale della mini-invasività stanno modificando profondamente la pratica clinica.
Il laser più recentemente introdotto nella pratica clinica in ambito endourologico è il laser Thulium che, grazie alle caratteristiche di minima penetrazione tissutale (0,2 mm) e di emissione continua, consente un approccio completo all’IPB (iperplasia prostatica benigna).
Prostate con volumi di adenoma sino a 20 ml possono essere vaporizzate (THUVAP) e prostate sino a 200 ml e più possono essere enucleate (THULEP).
Per tali ragioni l’IPB è una patologia che oggi può essere trattata completamente, indipendentemente dalle dimensioni, con metodica laser.
Vecchie fonti di energia quali la corrente mono o bipolare e la chirurgia a cielo aperto (adenomectomia trans vescicale o retro pubica), possono essere completamente abbandonate con un netto miglioramento sia dei tempi di cateterizzazione e di ricovero che dei tassi di complicanze.
La THULEP, indipendentemente dalle dimensioni della prostata, consente la dimissione del paziente in 1° o 2° giornata operatoria con netta riduzione dei tempi di degenza (TURP dimissione in 4° giornata ed adenomectomia in 6-7° giornata post operatoria).
La novità quindi, consiste nel poter considerare l’IPB una patologia interamente trattabile endourologicamente con il laser.